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Cos’è davvero la sostenibilità?

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Cos’è davvero la sostenibilità? La parola “sostenibilità” è ovunque. Ne parlano le aziende, i governi, le scuole, le startup, i consulenti. A volte sembra significare “fare meno danni”. Altre volte è sinonimo di “green”. Spesso non significa proprio niente. Sui bilanci delle aziende. Sulle etichette dei prodotti. Nei post sponsorizzati delle multinazionali del petrolio. È diventata una parola magica — o una parola vuota. Dipende da chi la pronuncia. Ma cos’è davvero la sostenibilità? Non in teoria, ma nella realtà dei sistemi viventi. Per capirlo, possiamo partire da un’immagine semplice, potente, che Donella Meadows, una delle madri del pensiero sistemico, usava spesso per spiegare il concetto.

Sai quale? 

Non essere impaziente, ora te lo spiego!


Cos’è davvero la sostenibilità? La vasca da bagno te lo spiega.

Immagina di voler fare un bel bagno caldo.

Non una doccia veloce. Proprio un bagno — di quelli lunghi, densi, pieni di vapore e tempo.

Magari ti ricordi quando eri piccolo o piccola, e ti infilavano nella vasca con i tuoi fratelli o cugini, tutti insieme, ridendo, schizzando, finendo sempre per bagnare tutto il pavimento.

Ora immagina quella stessa vasca.

Hai presente?!

Il rubinetto è aperto, l’acqua scorre.

Anche lo scarico è aperto, piano piano se ne va.

Ma se vogliamo fare in modo di avere la quantità d'acqua perfetta per il nostro bel bagno, dobbiamo per forza di cose imparare a gestire questi flussi.

Ovviamente la prima cosa da fare è molto semplice, non trovi?!

Sarà quella di chiudere lo scarico e aprire l'acqua calda.

Tutto questo ovviamente finché il livello d'acqua non sarà quello desiderato.

Ne troppo poca, che non ci permetterebbe di goderci appieno il tepore dell'acqua, ne troppa, che la farebbe traboccare fuori, facendoci imprecare e asciugare il pavimento!

Quindi il nostro desiderio è quello di farla stare dentro un equilibrio funzionale.

Il concetto di funzionalità è molto frequente nei sistemi complessi.

Sai perché?

Semplicemente perché nei sistemi complessi non esiste il bianco o il nero.

Un sistema non è resiliente o non è resiliente, ma si trova dentro un range di resilienza.

Questo concetto è fondamentale se vogliamo davvero capire cosa sia la sostenibilità. 

Ma prima di continuare per capire cos’è davvero la sostenibilità devo spiegarti un altro concetto chiave.

Sei pronto/a?!

L'equilibrio dinamico e statico.

Secondo te Marte in che stato si trova?

Se lo chiede James Lovelock quando cercava pianeti in grado di sostenere la vita.

Si domandava: che caratteristiche deve avere un pianeta per riuscire a creare e sostenere la vita?

Sicuramente non nello stato in cui si trova Marte.

Sai quale? 

Quello di equilibrio statico.

Si beh non è come ti hanno detto, non tutti gli equilibri sono uguali!

L’equilibrio statico è quando nulla si muove più.

Nessun flusso, nessuna trasformazione.

Tutto è congelato, bloccato, immobile.

Un equilibrio perfetto si…

...ma per i morti!

Ed è proprio questo il punto: la vita ha bisogno invece di instabilità.

Di movimento e complessità dentro dei limiti

Marte invece è in perfetto equilibrio statico.

Non succede quasi nulla. Nessun flusso. Nessun ciclo. Nessuna danza tra elementi.

È finito. È chiuso.

Ed è per questo che non può sostenere la vita.

La Terra invece è in perenne squilibrio.

Piove, evapora, si raffredda, si scalda, si adatta.

È un sistema che vibra, fluttua, si aggiusta continuamente.

E proprio per questo resta vivo.

Questo stato invece ha un nome diverso, e si chiama: equilibrio dinamico.

Non lo trovi più avvincente?!

Avviene quando, ad esempio in una vasca, il flusso in entrata e in uscita si equivalgono, creando uno stato di stabilità dinamica di acqua all'interno della vasca (essa rappresenta lo "stock" nei sistemi complessi).

Questa situazione che spesso viene confusa con il concetto di sostenibilità è in realtà insufficiente.

Sai perché?

Cosa ho ti detto nel paragrafo precedente?

Per fare un bagno caldo che devi fare?

Devi fare in modo che l'acqua raggiunga un range funzionale allo scopo, in questo caso goderci un bel bagno rilassante.

Quindi ad esempio, cosa accadrebbe se creassimo un equilibrio dinamico quando l'acqua è appena a 1/4 della vasca?

Che più della metà del tuo corpo sarà esposta al freddo dell'esterno.

Quindi come vedi non è sempre auspicabile avere una situazione di equilibrio dinamico.

Ma lo è nel momento in cui l'equilibrio dinamico si trova dentro un range di funzionalità.

Cos’è davvero la sostenibilità: funzionalità ed equilibrio, la salsa perfetta.

Se io ipoteticamente decidessi di aprire il flusso in entrata (rubinetto dell'acqua) alla stessa velocità del tubo di scarico, nel momento in cui l'acqua della vasca è è in una quantità perfetta per fare il bagno, potrei fare il bagno al caldo all'infinito.

Ovviamente questo è un ragionamento fatto non tenendo conto che i sistemi complessi sono dei veri e propri sistemi viventi, che evolvono e si auto-organizzano continuamente.

Questo significa che non sempre è semplice raggiungere questo stato particolare, e soprattutto mantenerlo.

Ma sai una cosa?

Non è in realtà così raro.

Nel senso che essendo una proprietà tipica dei sistemi, è immanente in loro.

Si sono evoluti per mantenere un loro equilibrio funzionale.

Anzi più vado avanti nei miei studi ed analisi, più mi rendo conto di una cosa.

Sai quale?

Che la sostenibilità è più generalmente la regola più che un qualcosa estremamente raro.

I sistemi riescono a stare in un range di funzionalità abbastanza spesso malgrado i grandi cambiamenti a cui sono esposti.

Il problema è che l'essere umano sembra essere una eccezione.

O meglio, è in qualche modo un essere vivente che è uscito dal proprio range di funzionalità, trasformandosi in un elemento disfunzionale.

E questo cosa comporta?

Sostenibilità non è un obiettivo. È una proprietà emergente.

L’essere umano è uscito dal proprio range di funzionalità.

O meglio non solo dal proprio, ma da quello del sistema complesso che lo "contiene" e al quale è interconnesso: la natura.

Non perché è “cattivo”.

Ma perché ha iniziato a pensarsi fuori dal sistema.

A credere che potesse vivere nonostante la natura, invece che dentro di essa.

E così abbiamo trasformato la sostenibilità in un obiettivo da raggiungere.

Una KPI. Un indicatore. Un’etichetta da incollare a fine processo.

Ma i sistemi complessi non funzionano per obiettivi lineari.

La sostenibilità non si implementa.

Emerge.

È una proprietà emergente: nasce quando un sistema vivente è in grado di adattarsi, rigenerarsi e restare in equilibrio dinamico, dentro i suoi limiti ecologici, sociali, relazionali.

Non la progetti direttamente.

Crei le condizioni affinché accada.

Come un giardino: non puoi “fare” la fioritura.

Puoi solo preparare il suolo, rispettare il tempo, osservare le relazioni.

E se fai bene il resto… la fioritura ha grande chance di esistere.

Ecco perché pensare che basti “inserire” la sostenibilità in un piano industriale, in una legge, in un prodotto…

è come piantare un seme su una lastra di cemento e aspettarsi una foresta.

Il problema è come pensiamo. Non solo cosa facciamo

Gregory Bateson, già negli anni ’70, ci aveva avvisati:

“I maggiori problemi del mondo sono il risultato della differenza fra come funziona la natura e il modo in cui la gente pensa.”

Quello che ci sta dicendo Bateson non è solo che pensiamo male.

È che pensiamo fuori scala.

Fuori sistema.

Noi, che siamo sottosistemi della natura, abbiamo cominciato a funzionare come se fossimo indipendenti da essa.

Abbiamo sviluppato obiettivi differenti da quelli del sistema più grande: la natura.

E quando un sottosistema fa così… il sistema si ammala.

È come una cellula che, dentro un organismo sano, smette di cooperare con il corpo.

Inizia a replicarsi per conto suo, a moltiplicarsi senza limiti, a ignorare segnali e confini.

All’inizio sembra vitale.

Poi diventa tumorale.

Una crescita che distrugge la base da cui è nata.

Una crescita che, se non fermata, potrebbe portare alla morte del tutto.

È esattamente questo che stiamo facendo oggi, come specie.

Stiamo funzionando come una massa tumorale in un corpo vivente che è la biosfera.

Abbiamo scollegato i nostri obiettivi da quelli del sistema che ci ha generati: la Terra, la biosfera, le relazioni ecologiche, la vita stessa.

E allora non è solo un problema ecologico.

È un problema epistemico.

È un problema di scopo.

Abbiamo smarrito lo scopo del sistema più grande, e ne abbiamo costruito uno a misura della nostra illusione di centralità.

E ora il sistema è in squilibrio.

Lo chiamiamo crisi climatica, collasso ecologico, emergenza globale.

Ma è un burnout sistemico.

Come una cellula impazzita, siamo diventati pericolosamente disfunzionali.

Ecco perché non basta “aggiustare” le cose.

Bisogna tornare a pensare come natura.

Come parte di un essere più grande.

Come elemento in relazione.

Perché finché continueremo a inseguire scopi scollegati dal vivente, la sostenibilità non sarà mai possibile.

E il capitalismo è proprio il più grande limite di questo obiettivo.

Cos’è davvero la sostenibilità? Perché il capitalismo è il suo più grande ostacolo.

C’è un momento, in ogni conversazione seria sulla sostenibilità, in cui bisogna smettere di girarci intorno.

Quel momento è arrivato.

Perché non possiamo parlare di sostenibilità, non sul serio almeno, senza parlare di ciò che la impedisce sistematicamente.

E quel qualcosa ha un nome preciso.

Sai quale?

Sto parlando del capitalismo.

Il capitalismo non è solo un sistema economico.

È un sistema culturale e simbolico che plasma la nostra idea di valore, tempo, relazioni, successo.

E soprattutto: è un sistema che funziona per negazione dei limiti.

Il suo imperativo è semplice: crescere sempre.

Produrre di più.

Estrarre di più.

Consumare di più.

Investire per ottenere ritorni sempre maggiori.

All’infinito.

Ma la vita non funziona così.

La biosfera ha limiti.

I corpi hanno limiti.

I sistemi complessi hanno soglie.

La Terra ha una capacità finita di assorbire i nostri eccessi.

Il capitalismo, invece, rifiuta l’idea di sufficienza.

Non conosce equilibrio. Non riconosce interdipendenza.

Ogni elemento del mondo — suolo, acqua, animali, piante, tempo umano, attenzione, viene trasformato in risorsa da sfruttare o bene da scambiare.

E anche quando si “tinge di verde”, continua a ragionare con la stessa logica: fare di meno, ma fare comunque profitto.

Ottimizzare, ma non rinunciare.

Comunicare bene, ma cambiare il meno possibile.

Ma un sistema che ha bisogno di crescere per sopravvivere non sarà mai sostenibile.

Perché la sostenibilità richiede adattamento, rallentamento, ridefinizione del valore.

E il capitalismo non può accettarlo, perché significherebbe mettere in discussione se stesso.

Ecco perché la sostenibilità è diventata uno slogan vuoto nei consigli di amministrazione.

Ecco perché “transizione ecologica” significa spesso cambiare tecnologia, ma mai cambiare sistema.

Un sistema che ha bisogno di distruggere le condizioni della vita per generare valore non può essere corretto. Deve essere superato.

Non si tratta di fare green economy.

Si tratta di immaginare un’economia diversa.

Una cultura diversa.

Una relazione diversa con la Terra e con il tempo.

E questa è la sfida più grande.

Ma anche l’unica che valga davvero la pena affrontare.

 

Cos'è davvero la sostenibilità: Bibliografia e Link.

Il mio metodo Mycelium Method© sviluppato in 20 anni di imprenditoria attiva e studio dei sistemi complessi.

Sviluppato in quasi 20 anni di imprenditoria attiva, il Mycelium Method© è un metodo pratico e innovativo per creare business autenticamente sostenibili. Oggi, il 99% dei metodi di crescita, branding, marketing e persino di business sostenibile si basa sugli stessi obiettivi capitalisti: massimizzare il profitto nel minor tempo possibile. Non esistono alternative. Il Mycelium Method© è il primo e unico metodo in Italia — e tra i pochi al mondo — a proporre una crescita non capitalista, fondato su solide basi scientifiche: teoria dei sistemi complessi, cibernetica, biologia, fisica quantistica ed ecologia.

📖 lorenzovalentini.com/mycelium-method


  1. Donella Meadows – Pensare per sistemi. Interpretare il presente, orientare il futuro verso uno sviluppo sostenibile

    Un testo fondamentale che introduce il pensiero sistemico e come applicarlo per comprendere e affrontare la complessità del mondo moderno.

    📖 https://www.guerini.it/index.php/prodotto/pensare-per-sistemi/

  2. Donella Meadows – Envisioning a Sustainable World

    Un discorso ispiratore che esplora la necessità di immaginare un mondo sostenibile e le sfide nel creare una visione condivisa del futuro.

    📖 https://donellameadows.org/archives/envisioning-a-sustainable-world/

  3. Gregory Bateson – Mente e natura. Un’unità necessaria

    Un’opera che esplora l’interconnessione tra mente e natura, offrendo una prospettiva sistemica sulla conoscenza e l’apprendimento.

    📖 https://www.adelphi.it/libro/9788845905605

  4. Humberto Maturana & Francisco Varela – Autopoiesis and Cognition: The Realization of the Living

    Un testo chiave per comprendere la natura dei sistemi viventi come entità auto-organizzanti e auto-poietiche.

    📖 https://link.springer.com/book/10.1007/978-94-009-8947-4

  5. Stuart Kauffman – The Origins of Order: Self-Organization and Selection in Evolution

    Una rivoluzionaria esplorazione dell’auto-organizzazione nei processi evolutivi complessi.

    📖 https://global.oup.com/academic/product/the-origins-of-order-9780195079517

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