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Come trovare una passione e viverci. La guida definitiva.
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Come trovare una passione e viverci? Questa è una domanda che attanaglia la maggior parte delle persone. Ma non solo. É una domanda che ha fatto parte della mia vita per tantissimi anni. Fino a quando qualche anno fa, dopo un burnout, il trovare una risposta a questa domanda non è diventata una vera e propria esigenza. Ecco allora che voglio condividere con te quali sono state le mie strategie, il mio percorso che ho fatto per cambiare completamente la mia vita.
Sei pronto/a per questa avventura? Si inizia!
Come trovare una passione: come si inizia?
Malgrado ci piacerebbe tantissimo avere una strada lineare e sicura sulla quale muoverci, purtroppo devo deluderti.
Perché?
Perché non esiste.
Perchè ognuno ha la sua storia, il suo sistema di credenze e tanti altri fattori che entrano in gioco ed incidono fortemente sui risultati che potremo ottenere.
Perciò la prima cosa che dovremo comprendere sono prima di tutto i limiti che non ci permettono di raggiungere i risultati che vorremo ottenere.
Sembrerà scontato ma prima di ogni cosa, il primo limite siamo noi.
Perché non tutti sanno cosa vogliono.
Non tutti sanno esattamente quali siano le proprie passioni.
Soprattutto se queste persone non sono state abituate nel corso della loro vita a prendersi cura di se stesse.
Te sei una di queste?
Niente paura perché esistono degli stratagemmi per capire bene in che direzione andare!
Primo stratagemma: come peggiorare la situazione.
Il primo è quello di scrivere in che modo potresti peggiorare la situazione in cui ti trovi.
Quali sono le cose che potresti fare volontariamente per non riuscire a fare ciò che desidero?
Quali sono le azioni concrete che potrei mettere in moto per sabotare i miei loschi piani di conquista del mondo?!
In realtà questo gioco mentale ci permette di fare una cosa straordinaria.
Di vedere le cose da un'altra prospettiva.
Le persone, sfortunatamente, spesso non sanno davvero cosa vogliono dalla propria vita.
Tuttavia, hanno ben chiaro ciò che non desiderano, ciò da cui vogliono stare lontano.
Il mio consiglio?
Scrivi una lista delle cose che rifiuti, di ciò che non vorresti mai.
Poi mettila da parte per qualche giorno, lasciala sedimentare. Quando torni a rileggerla, chiediti se quelle scelte rispecchiano ancora il tuo sentire.
Questo processo ti permette di delineare in modo creativo ma nitido le strade da evitare, evitando passi che potrebbero complicare il tuo percorso.
Ma c'è di più.
Capire cosa non funziona ci spinge a mettere a fuoco, quasi inconsapevolmente, ciò che merita la nostra attenzione.
Definendo il superfluo, scopriamo anche ciò che funziona, ciò che va preservato.
A volte però malgrado questo, la strada talvolta risulta poco chiara.
Ma perché cavolo?!!!
Tranquillo/a è successo anche a me ;-)
Accade perché ancora non hai abbastanza informazioni per poter decidere che strada percorrere.
Non abbiamo ancora avuto quel feedback emotivo, quell'esperienza illuminante che ci ha permesso di capire cosa davvero fa per noi.
Quello per cui siamo nati.
Perciò in questo caso dovrai solo fare una cosa.
Sai quale?
Prova ad indovinare?!!
Testare!
No, non intendo "dare testate al muro", ma di provare, sperimentare!
Iniziare a percorrere nuove strade e lidi.
Iscriversi al corso di pittura creativa a cui ci tenevi tanto, iscriverti allo stage di danza o musica che desideravi fare fin da bambino ma che hai sempre rimandato, ecc.
Ogni esperienza conta per orientarti nella tua direzione.
L'unico modo per perdere tempo?
Fare esperienze solo per "riempire i minuti."
Il tempo non basta occuparlo; va vissuto e sfruttato per fare ciò che ami davvero.
E se non sai ancora cosa ami, ascolta le tue sensazioni più immediate.
Cosa ti sussurra il tuo cuore?
Prendi una decisione entro tre secondi: non dare alla razionalità il tempo di decidere per te.
Cosa ti dice il tuo cuore?
Prendi una decisione entro quei tre secondi per non permettere alla razionalità di decidere per te.
Perché difficilmente sarà una scelta che ti piacerà!
Secondo stratagemma: la bacchetta magica.
Il secondo stratagemma che potresti utilizzare è decisamente insolito.
Rispondi a questa semplice domanda: se domani mi svegliassi con una bacchetta magica capace di rimuovere ogni mio limite o problema, cosa farei?
Attenzione, non si tratta di elencare i limiti da eliminare, ma di immaginare cosa faresti una volta liberi da ogni ostacolo.
Questo esercizio ci avvicina a uno degli aspetti più fondamentali della vita: la nostra missione [da non confondere con la vision].
Un esempio?
Abbandonare gradualmente un lavoro insopportabile per vivere della mia vera passione, magari lavorare a contatto con la natura, o dedicarmi interamente alla canoa.
Dopo aver identificato la missione, questo esercizio diventa uno strumento fondamentale per scoprire cosa potrebbe davvero appassionarci.
La terapia strategica breve utilizza spesso questi stratagemmi per portare alla luce desideri autentici che, magari, sono soffocati dalla routine o dalle nostre convinzioni limitanti.
Rispondere alla domanda su cosa faremmo con una “bacchetta magica” ci costringe ad andare oltre gli ostacoli quotidiani, quelli che spesso usiamo come scuse o giustificazioni per non esplorare nuovi percorsi.
Questo stratagemma è efficace perché, anziché focalizzarci sulle difficoltà, ci invita a visualizzare un futuro possibile, dove ogni ostacolo è superato.
In terapia strategica breve, infatti, questo tipo di domande esplorative stimola un nuovo tipo di pensiero, attivando processi creativi che si focalizzano sul cosa voglio realmente, piuttosto che sul cosa devo evitare.
Invece di soffermarsi su quello che non funziona, la persona è spinta a immaginare come vorrebbe realmente vivere, quali sensazioni e attività lo farebbero sentire realizzato.
Un altro aspetto interessante di questa strategia è che, spesso, durante questo processo emergono nuove informazioni su sé stessi, talvolta del tutto inaspettate.
La persona potrebbe rendersi conto di voler fare qualcosa che non aveva mai considerato, oppure di avere già le competenze necessarie per fare un passo verso il cambiamento.
Se si scopre una mancanza di competenze, invece, si può lavorare su un percorso per acquisirle.
In sostanza, l’obiettivo di questo stratagemma è spingere la persona a fare chiarezza sulla propria missione, rendendola più concreta e misurabile, con piccoli passi verso quello che si immagina di fare “senza limiti”.
In questo modo, il cambiamento diventa una scelta consapevole e motivante, allineata con i propri valori e le proprie aspirazioni.
Ma se anche questa domanda sembra confusa, è perché semplicemente talvolta ci mancano informazioni esperenziali importanti.
Cosa significa?
Cioè manchiamo di informazioni emotive e competenze che non abbiamo ancora esplorato.
Come faccio a sapere di voler fare qualcosa se ancora non l’ho mai provata?
Semplice: facendola.
Terzo stratagemma: i 5 perchè.
Questa strategia è stata inventata da da Sakichi Toyoda, fondatore delle Toyota Industries.
Questa tecnica se adoperata correttamente ti permetterà di definire e scomporre un problema complesso andando a trovare la sua radice.
Il metodo consiste nel definire un problema, chiedersi il perché il problema si sia verificato, reiterare il punto due fino a trovare la risposta che è alla radice del problema.
Es. Voglio aprire un negozio di prodotti di cosmetica eco. Perchè voglio aprire questo negozio? Perché voglio dare alle persone uno stile di vita più sano e consapevole. E perchè vuoi dare alle persone questo stile di vita? Perché sogno un mondo con più benessere e consapevolezza del proprio corpo. Bingo!
Ovviamente questo approccio non è infallibile e dipende da tantissimi fattori.
Per esempio può accadere che troverai più risposte ad un perchè.
Però ho trovato particolarmente utile questo metodo per un motivo preciso.
Sai quale?
Per definire la nostra vision.
Il perché esistiamo.
Il perché ogni giorno ci svegliamo.
Ti sembra poco?!
Se vuoi delineare in modo più chiaro tutto questo ti consiglio di iscriverti gratuitamente alla mia newsletter e ricevere fin da subito i miei sistemi di progettazione →
Come trovare una passione: definire il percorso.
Laura e Fabio sono allevatori di alpaca, api e lumache. Amano la natura e in particolare i bambini. Loro stessi hanno un figlio che amano alla follia e che li ha ispirati all'apertura della loro attività principale: la fattoria didattica.
Un sogno meraviglioso.
Laura e Fabio hanno iniziato a costruire la loro casa e il loro negozio accanto all'orto, hanno messo i primi ortaggi, allevato le prime api, lumache e alpache.
Hanno avuto solo qualche difficoltà nelle spese a causa dei prestiti e dei bandi europei che non arrivano.
Però tutto procede con molta passione.
Finisce la stagione e arriva il momento di vendere i prodotti del loro sudore e passione.
Nel giro di qualche mese si accorgono che non riescono ad avere clienti e devono buttare i loro prodotti, arrivano le rate da pagare e non
sanno come fare per andare avanti.
L'umore peggiora e devono decidere se chiedere altri prestiti o chiudere il sogno della loro vita.
E' allora che decidono di chiamarmi per risistemare la situazione.
Ora ti chiedo, dove hanno sbagliato Laura e Fabio?!
Eppure avevano un sogno, la passione e la grinta di chi vuole spaccare il mondo.
Quali sono gli step necessari: sogna in grande.
All'uscita dell'aeroporto di Lisbona c'è affisso un grande poster giallo con scritte delle frasi che forse possono dare una risposta alla storia di Laura e Fabio.
Il segreto della felicità: Sogna - Progetta - Crea. Ripetere all'infinito.
Queste frasi sono un mantra per me e per la mia vita.
Se vuoi raggiungere la felicità o il successo imprenditoriale è necessario seguire questi apparentemente semplici step.
Quindi dove hanno sbagliato i nostri due amici agricoltori?!
Hanno sognato, hanno creato ma si sono scordati di progettare!
Nella loro stessa situazione potrei elencarvi decine di clienti che vengono da me quando ormai la frittata è fatta.
Quindi il primo step necessario al raggiungimento dei tuoi sogni è proprio sognare.
Sogna in grande, senza paura di disegnare nella tua mente ciò che desideri veramente, anche se intorno a te hanno sminuito quell'idea o mostrato che è “impossibile.” Ogni singolo dettaglio della tua visione sarà come un faro, che illuminerà la strada e darà senso alle scelte quotidiane.
Non lasciare che sia solo un’immagine lontana: il sogno definito nei dettagli è l’inizio del tuo progetto di vita.
Ti ricordi quando eri bambino/a e avevi mille amici e più della metà erano immaginari?
Dove l'unica cosa che contava veramente era una carezza o un sorriso dei tuoi genitori o di una persona a te cara?
Usa quella forza e quella carica come slancio alla tua creatività.
Diventa bambino/a e immergiti nella tua fantasia.
Un'ultima cosa...
Forse non lo sai ma i più grandi leader della storia avevano proprio un grande sogno, una visione forte e chiara di come volevano fosse il mondo.
Senza il sogno di un’India libera dalla dominazione britannica e la visione di un cambiamento non violento, Gandhi non avrebbe ispirato milioni di persone a unirsi alla lotta per l’indipendenza attraverso la disobbedienza civile.
Nikola Tesla senza la sua visione di un mondo alimentato dall’energia pulita e wireless non avrebbe mai potuto sviluppare le basi per l'elettricità a corrente alternata, cambiando per sempre la produzione e distribuzione dell’energia.
Sembra scontato ma in realtà la base per avere un qualsiasi progetto di successo è avere prima di tutto una visione ben definita di quello che vorremmo ottenere.
Ma non solo a livello cognitivo, ma soprattutto emotivo.
Una visione deve essere prima di tutto sentita non capita o ragionata.
E' la base di tutto il castello, e senza difficilmente potrai mai raggiungere risultati strabilianti e duraturi nel tempo.
Per definire questa vision puoi ovviamente utilizzare, se non lo hai già fatto, le tecniche del primo paragrafo.
Quali sono gli step necessari: progetta.
Una volta che hai dato sfogo al bambino che c'è in te è arrivato il momento di progettare, di mettere nero su bianco la tua città ideale.
Sennò fai come me e passi la maggior parte della tua vita a rimpiangere di non averlo fatto prima.
Però devo prima avvisarti di una cosa.
Una cosa che potrai anche utilizzare nella tua comunicazione.
Noi esseri umani preferiamo una realtà che conosciamo anche se disfunzionale ad una che non conosciamo ma che potrebbe cambiarci la vita.
Preferiamo non perdere 10 € che avere la possibilità di guadagnarne 500 €.
Ricordatelo sempre ogni volta che rimani fermo senza fare nulla per cambiare la tua situazione.
Peciò andiamo sul pragmatico, da dove si inizia?!
Di metodi ne esistono tantissimi, io ne uso uno che è un insieme di tanti altri e che ho perfezionato in oltre 15 anni di imprenditoria e consulenza nella crescita rigenerativa.
Si inizia dal brand briefing.
La prima cosa che devi fare è quindi effettuare il primo Brand Briefing.
Il Brand Briefing ti permette di delineare la tua identità e posizionamento.
Di comprendere il modo in cui vuoi che le persone ti percepiscano.
Per fare questo, tramite delle domande strategiche, potrai di sapere esattamente chi sei e quindi anche dove andare.
Capire chi è il tuo cliente ideale, il target a cui ti vuoi rivolgere.
E più sarai in grado di restringere il focus e più sarai in grado di ottimizzare le risorse ed essere efficace nella comunicazione o qualsiasi altro processo aziendale.
Se vuoi arrivare alla tua clientela devi creare una vision forte, creare il focus e quindi ottimizzare le risorse.
Quante volte avrai visto aziende che vendono prodotti destinati alla massa?
Probabilmente la quasi totalità delle volte.
Beh, quell'epoca è finita!
Poteva andare bene quando non c'era concorrenza e quindi la diversità di prodotti che trovavi era minima.
Ma ora, in una giungla di aziende, se non ti specializzi in un target preciso e definito, se non fai focus e ti differenzi, sei spacciato.
Se per esempio apro un B&B nella piazza del mio paese che punta a tutti, alla massa, tutti saranno scontenti del mio B&B.
Perché non troveranno mai un luogo costruito su misura, sulle loro esigenze.
Anzi, troveranno servizi e prodotti non costruiti totalmente per loro, e questo li fa incazzare.
Ah! Se li fa incazzare! ;-)
Quando in un posto non ci troviamo bene è perché non hanno fatto uno studio del target e se l'hanno fatto, siamo capitati nel posto sbagliato, non costruito appositamente per noi.
Inoltre una azienda progettata sulle proprie passioni e su un target specifico ottimizzerà al massimo le sue risorse ed energie, rifucendo al minimo gli sprechi!
Ma ora andiamo ancora più nello specifico.
Una volta fatto il brand briefing dovremo costruire quelle, che nel gergo markettaro si chiamano, user o buyer persona.
Cioè dei veri e propri prototipi di persona, con tanto di nome e cognome, che saranno i nostri clienti ideali.
Con obiettivi, paure, stili di vita, ecc. molto precisi.
Come si fa?
Basta andare in questo sito fantastico e compilare il form: https://ucdc.therectangles.com
All'inizio se non hai abbastanza informazioni puoi anche scriverne alcune in generale, facendo anche ricerche nel web.
Pian piano che andrai avanti dovrai aggiornarle con le informazioni che scoprirai durante il tuo percorso ;-)
Se vuoi scaricarti il briefing che faccio fare io alle aziende, professionisti e chiunque voglia trasformare una idea in business rigenerativo, non devi far altro che iscriverti alla mia newsletter gratuitamente →
Il secondo step: studio dei competitor.
Il nostro posizionamento è tale perché esistono altre persone che vendono prodotti, servizi e valori simili ai nostri.
Ovviamente parlare di come ci si posiziona in un ecosistema richiederebbe un articolo intero.
Che per tua fortuna ho fatto e che puoi leggere qui →
Dato per scontato che tu lo abbia letto in modo approfondito è allora importate andare a studiare i competitor.
E l'unico modo per cui lo facciamo non è quello di copiarli o prendere ispirazione ma per differenziarci.
Io per esempio non guardo mai i miei competitor dopo questa fase.
Durante il mio percorso di crescita aziendale.
Perchè ne sarei inevitabilemente influenzato.
E invece io voglio essere influenzato da altri settori, da altre idee.
Perchè l'innovazione, e te lo dico per esperienza diretta, viene molto spesso da dove meno ce lo aspettiamo.
Dalla biodiversità e dalla fusione di più idee, concetti e stili differenti tra loro.
Perciò quando andiamo a studiare i competitor ci sono delle cose essenziali da comprendere.
Prendi carta e penna e segnateli grandi sulla porta di casa:
1 - Quali sono gli elementi che mi differenziano davvero da loro?
2 - In che modo posso essere migliore e differente da loro nel risolvere i problemi ed esigenze del cliente?
3 - Perchè i prodotti e servizi dei tuoi competitor non soddisfano pienamente il cliente?
Mi sono accorto però che quando faccio consulenza ad alcuni imprenditori/trici non comprendono bene cosa e chi siano i loro competitor.
Per questo voglio brevemente dividerli in modo da renderti chiaro chi devi osservare.
Competitor diretti: sono aziende e persone che vendono le tue stesse identiche soluzioni. Se hai letto il mio articolo sul posizionamento avrai allora fatto in modo da non averne neanche uno ;-) Leggi l'articolo sul posizionamento → Guarda il video sul posizionamento →
Competitor indiretti: sono aziende e persone che vendono le tue stesse soluzioni ma con prodotti e servizi differenti. Per esempio ci potrebbero essere due aziende che hanno lo scopo di far dimagrire il cliente ma con metodi differenti: un nutrizionista, un venditore di integratori alimentari, un personal trainer, ecc.
Competitor clienti: questa tipologia di competitor è la più difficile su cui lavorare, ed è il motivo per cui esiste questo articolo. Sto parlando dei pregiudizi e le paure delle persone. del loro sistema di credenze che li allontana dall'utilizzo dei nostri prodotti.
Ecco qui un video su come analizzare i competitor →
Ecco invece dei tool fantastici gratuiti con i quali puoi analizzare tanti dati della concorrenza:
Google Trends: analizza parole chiave presenti nel web →
Similarweb: analizza siti web di competitor e ricevi info dettagliate sul loro target [è una figata!] →
Il terzo step: la brand identity.
Cosa è una Brand Identity?
Per dirla in modo semplice e chiaro, la brand identity non è altro che la tua carta di identità aziendale.
Come ognuno di noi ha una carta di identità personale, così una azienda ne ha bisogno per arrivare in modo efficace ai propri clienti, trasmettendo in modo coerente i propri valori.
La brand identity non è composta solo da immagini ma anche da tutto ciò che coinvolge i nostri sensi: il tatto - la vista - l'olfatto - l'udito.
[ESEMPIO: quando vediamo una Ferrari possiamo gustare il colore rosso della carrozzeria, il cavallino rampante nel cofano dell'auto, ma sentiamo sopratutto il ruggito del motore quando arriva.
Andiamo nel concreto però Lorenzo, cosa devo fare a livello pratico?
Ottima domanda!
La prima cosa da fare è il Brand Briefing (una parrtee del business plan) per capire chi siamo e che obiettivi abbiamo (compreso con quali persone vogliamo relazionarci), la seconda è la Brand Identity cioè creare una identità visiva coerente con la vision, i nostri valori e quelli del nostro cliente [a seconda del tipo di progetto anche uditiva, tattile, gustativa, ecc.]
Quindi si parte da:
1 - Il posizionamento. Si decide a chi desideriamo rivolgere tutte le nostre energie e risorse. Il mio articolo dedicato →
2 - Il nome del progetto o dell'azienda e comprae il relativo nome del dominio. Il mio articolo dedicato ➞
3 - Ideazione e costruzione del logo.
4 - Scelta dei colori. Il mio articolo dedicato ➞
5 - Scelta dei font [caratteri tipografici].
6 - Creazione delle textures.
7 - Creazione delle illustrazioni primarie.
8 - Tutto ciò che ti viene in mente da inserire a livello visivo.
Prima di andare al prossimo step è bene ricordarsi una cosa fondamentale!
Sai quale?
Che il logo e qualsiasi elemento di una identità deve andare a sintetizzare bene la complessità del tuo progetto.
Ecco perché i loghi a stock fanno schifo!
Perché non sono stati creati per te ma per tutti.
Non riusciranno quasi mai a rappresentare in modo adeguato la crescita della tua attività.
Infatti se ci fai caso in genere rappresentano prodotti ipotetici che l'azienda potrebbe vendere.
Esempio: Se sei una azienda agricola potrebbe essere una zucchina, una carota, un cavolo, ecc.
Ma ora rispondimi a questa domanda: quante delle grandi aziende che conosci hanno come logo un prodotto che vendono?
Risposta semplice: quasi nessuna.
Se non alcune che vendono prodotti scadenti dove conta solo il numero e bassi ricarichi.
Perchè mettiamo che tu sia appunto una azienda agricola con una zucchina come logo, e mettiamo che durante il tuo percorso tu voglia ampliare o cambiare la tua offerta di prodotti, servizi e valori.
Cosa accade?
Che la zucchina diventerà un simbolo inefficace a rappresentare la tua azienda nel suo lungo percorso di crescita.
Per questo spesso la cosa più banale è anche quella più inefficace nel lungo periodo.
Il quarto step: definire i touchpoint.
A questo punto è essenziale andare a costruire il percorso che dovrebbe fare il tuo target per riuscire a raggiungere il suo obiettivo.
In particolare i touchpoint sono i punti di contattato che il nostro brand avrà con il cliente.
I punti in cui riusciremo o potremo comunicare con lui.
Come per esempio: un social, il blog, il podcast, youtube, ecc.
Ma possiamo definire non solo gli strumenti da utilizzare ma anche i contenuti da dover creare per creare fin da subito un rapporto empatico con lui/lei.
Perciò è essenziale andare a creare un vero e proprio percorso scritto grazie al quale possiamo effettivamente andare a comunicare con il nostro ipotetico target.
Questo ci permetterà di poter comprendere, quando testiamo le nostre strategie e contenuti, in che parte del percorso il nostro cliente o pubblico si è "inceppato".
Ma cosa scrivere in questo percorso?
Preparati perché queste sono strategie super avanzate di crescita aziendale rigenerativa!
Innanzi tutto scrivi l'obiettivo che vuoi far raggiungere al tuo cliente al centro di un foglio.
Subito dopo inizia a fare una lista del tuo target diviso a livelli di consapevolezza.
Ma che significa?
Pensaci un attimo.
Non tutte le persone che entreranno in contatto nel tuo ecosistema, con il tuo brand, avranno la stessa percezione del problema che andrai a risolvere.
Alcuni nemmeno ancora avranno mai avuto il problema che tenti di risolvere!
Per questo comunicare con tutti in modo personalizzato è estremamente importante.
Perché ci permette di entrare in empatia con loro.
Il come lo vedremo poi in un altro articolo più avanzato.
Poi, dopo aver suddiviso il target, inizia a scrivere una lista degli elementi essenziali senza i quali il tuo target non può raggiungere l'obiettivo scritto al centro del foglio.
Quest'ultima lista è necessaria per comprendere quale sia la "ricetta magica" senza la quale non possiamo attivare la magia.
Senza la quale non possiamo rendere il percorso efficace.
Il quarto step è quello di definire quali sono i contenitori di contenuto.
Cioè quali vogliamo che siano i punti di contatto, i touchpoint, con il nostro pubblico.
Per esempio il blog, il podcast, youtube, instagram, tv, magazine, ecc. ecc.
Ovviamente è bene ricordarti che ogni strumento ha un obiettivo e linguaggio differente.
Perciò è bene impararlo per poi eventualmente delegarlo.
Il quinto e ultimo step è quello di definire i contenuti, i prodotti e i servizi che possiamo vendere o veicolare attraverso i touchpoint visti in precedenza.
Ovviamente è bene definirli in base al livello di consapevolezza del problema.
Per esempio se noi siamo una azienda di costruzione di piscine come facciamo ad attrarre persone che non sanno ancora di volere una piscina?
In molti modi.
Andando a presentare contenuti, prodotti e servizi progettati più in "superficie".
Come per esempio vendendo accessori per le cene in giardino come barbecue, taglia prato automatico, ecc.
O scrivendo articoli su quanto sia bello fare feste a bordo piscina con gli amici o sul come possiamo organizzarne una in modo efficace.
Ovviamente esistono molti modi e molti esempi e sono tutti costruiti in base al target.
Il quinto step: progettare i prodotti.
Una azienda senza una vision forte non ha chance al giorno d'oggi di sopravvivere al mercato.
Ma è altrettanto vero che senza un prodotto sarai sempre inadeguato a crescere con i tuoi progetti.
Per questo, dopo aver definito i touchpoint, bisogna andare a creare un prodotto che spacca!
Ma in che modo?
Come si progetta un prodotto sostenibile?
Un prodotto innanzi tutto è anch'esso un touchpoint e per essere definito come straordinario, deve andare a risolvere problemi reali delle persone.
Problemi del tuo target di riferimento.
Ma come abbiamo nel paragrafo precedente, i livelli di consapevolezza del target sono differenti.
Quindi esistono 2 strade.
O inizi a creare prodotti per il target super caldo, cioè più in grado di comprendere i tuoi prodotti innovativi e di divulgarli, e poi pian piano progetti prodotti "meno in target" per far arrivare i tuoi clienti al tuo prodotto principale.
Oppure il contrario.
Inizi con prodotti con caratteristiche meno innovative, fino ad arrivare al tuo flag product.
Il tuo prodotto super innovativo che va a rompere il sistema di credenze.
Vuoi sapere qual è la mia strategia?
Se l'azienda è appena nata cerco di puntare subito ad un pubblico caldo.
Un pubblico più in grado di capire in miei valori e di divulgarli successivamente alla massa.
Se vuoi approfondire ti consiglio assolutamente di leggere questo articolo: La Curva di Rogers e l'innovazione: uscire fuori dal capitalismo→
Ma quali sono le cose che dovresti progettare bene per creare un prodotto percepito come straordinario?
Allora, una già la conosci.
Ed è quella di vendere prodotti molto in target.
Che vadano a risolvere problemi specifici per persone specifiche.
Poi un'altra caratteristica è quella dello studiare bene ogni step di consumo.
La cosidetta User Experience che l'utente o acquirente avrà provando il tuo prodotto.
Quindi un esercizio che potresti fare è quello di dividere ogni step di consumo del prodotto che andrai a vendere.
E capire come in ogni singolo step puoi massimizzare il valore che dai e ricevi dai tuoi clienti.
Ogni azione che il cliente compirà dovrà essere scritta e migliorata.
Lo so che all'inizio questra pratica è per molti un pò noiosa, ma è essenziale per migliorare costantemente la nostra proposta d'acquisto.
Ovviamente se ancora non hai una clientela, il mio consiglio è quello di testarla con quante più persone possibili.
Ma non parenti e amici a te cari!
Ma con persone quanto più possibili in target.
Che hanno i problemi che tu andrai a risolvere.
Se invece hai già una attività il mio consiglio è quello di chiederlo direttamente alla tua community.
Proprio come fanno per esempio le aziende di videogiochi.
Grazie a gruppi chiusi e forum le aziende chiedono ai clienti con cosa gli piacerebbe giocare nei prossimi anni.
E indovina un po?!
In base ai feedback che ricevono, ecco che si ritrovano un prodotto vincente con il minimo sforzo.
Bingo!
Un ultimo consiglio invece che voglio darti è molto semplice ma è l'essenza di tutto quanto.
Ti sei mai chiesto cosa comprano le persone?
Si ok...un prodotto, ma non è sufficiente!
Pensaci molto bene.
Comprano una versione migliorata di loro stessi o un mantenimento del loro status che li soddisfa attraverso quel prodotto.
Pensa ad un trapano.
Ce l'hai l'immagine davanti agli occhi?!
Si? Utilizziamo allora la tecnica dei 5 perché che hai sapientemente imparato all'inizio di questa guida.
Perchè le persone comprano il trapano?
Perché vogliono fare un buco nel muro.
Perché vogliono fare un buco nel muro?
Perché vogliono attaccare le menzole in soggiorno.
Perché vogliono attaccare le menzole in soggiorno?
Perché vogliono sistemare degli oggetti sparsi per la stanza.
Perché vogliono sistemare degli oggetti sparsi per la stanza?
Perché vogliono avere la sensazione che tutto è sistemato e pulito.
BOOM!
Ecco la soluzione!
Se vuoi vendere un trapano bisogna lavorare in primis sulla sensazione che vuole il nostro target.
In questo caso che sia tutto sistemato e pulito.
Ovviamente poi possono entrare in gioco altri fattori in base ai nostri obiettivi.
Ma di questo ne parlerò più avanti ;-)
Come trovare una passione: costruire il percorso.
Prima di entrare nel vivo di questo paragrafo voglio parlarti di un elemento essenziale che in questo momento ho volutamente dato per scontato.
Sto parlando delle competenze.
Perché se per iniziare una attività seguendo le regole che ti ho appena dato è possibile, invece trasformarlo in un ecosistema più complesso c'è bisogno di avere delle competenze molto differenti e trasversali.
Per questo voglio elencarti e condividere con te quelle che hanno fatto la differenza nel mio percorso.
Aggiungendo solo alcune delle letture che potrebbero servirti ;-)
1 - Brand Posioning - Designing brand identity di Alina Wheeler, Cromorama di Riccardo Falcinelli, Positioning. Come farsi vedere e sentire in un mercato sovraffollato di Al Ries, Focus - Il futuro della tua azienda dipende dalla focalizzazione di Al Ries, Strategia oceano blu, vincere senza competere di W. Chan Kim.
2 - Marketing e psicologia - La mucca viola, farsi notare in un mondo tutto marrone di Seth Godin, Questo è il marketing di Seth Godin, Le armi della persuasione di Robert Cialdini, Presuasione di Robert Cialdini, La nobile arte della persuasione: La magia delle parole e dei gesti di Giorgio Nardone, Il linguaggio del cambiamento di Paul Watzlawick, Istruzioni per rendersi infelici di Paul Watzlawick, L’arte del cambiamento di Paul Watzlawick e Giorgio Nardone, Partire dal perché di Simon Sinek.
3 - Sistemi complessi - Il Tao della Fisica di Fritjof Capra, Verso una Ecologia della mente di Gregory Bateson, Vita e Natura: una visione sistemica di Fritjof Capra, Pensare per sistemi. Interpretare il presente, orientare il futuro verso uno sviluppo sostenibile di Donella Meadows.
Ma perchè sono fondamentali le competenze?
Voglio spiegartelo accompagnadoti in un viaggio.
Immagina di essere in un museo.
In una stanza molto ampia, ben illuminata e dalle pareti completamente bianche.
Il profumo di lavanda delle essenze ti accompagna dolcemente nel tuo tour culturale.
Al centro della stanza c'è un bellissimo vaso in terracotta sorretto da un piedistallo in plexiglass per farlo arrivare ad altezza viso.
Tutto intorno al vaso, al centro, c'è pitturata una storia molto antica.
Come nella colonna di Traiano a Roma, dove viene raccontata tutta la conquista della Dacia da parte dell'imperatore romano.
Ora immagina che per girare intorno al vaso, per fare solo un metro alla volta, ti serva una competenza specifica.
Cosa accade?
Che per vedere tutta la storia e poter camminare così intorno al vaso dovrai avere più competenze.
E più saranno trasversali tra loro, più sarai in grado di...
Di fare cosa?
Di fare connessioni tra loro.
Di immaginarti il seguito della storia senza aver bisogno di vederla tutta.
Sarai in grado di comprendere in modo sempre più profondo la complessità.
Tutte le interazioni, le connessioni e relazioni che un sistema ha.
Quindi più competenze avrai e più sarai in grado di leggere la realtà in modo profondo ed evolutivo.
Figo vero?!
Ecco perché le persone multipotenziali io li chiamo "creatori di biodiversità".
Se non sai cosa sono i multipotenziali ecco un link che potrebbe interessarti →
Perchè sono quelle persone che esistono, hanno il ruolo nell'universo di creare progetti e aiutarli a crescere.
Impararando mille competenze differenti.
A volte davvero molto trasversali tra loro.
Proprio perché così hanno la capacità di trovare le connessioni ed avere più consapevolezza della complessità.
E soprattutto la capacità innata ma allenata di poterla ricreare.
Costruire il percorso: delineare gli strumenti.
Come ho già spiegato nel paragrafo dei touchpoint, è necessario delineare una strada, un percorso che il nostro utente o cliente farà in base anche al suo livello di consapevolezza del problema e dell'obiettivo che noi vogliamo fargli raggiungere.
La stessa cosa vale non solo per i prodotti e i contenuti che andreamo a creare per lui ma anche per gli strumenti che vorremo utilizzare per raggiungerlo.
Quindi ecco la risposta all'affermazione che spesso mi fanno gli imprenditori/trici: ora voglio fare l'ecommerce cosi inizio a guadagnare!
La risposta è dipende.
Ma dipende da cosa?
Dall'obiettivo che vogliamo raggiungere, il target, la strategia utilizzata ed il livello di consapevolezza del target.
Non è possibile per esempio utilizzare Facebook o YouTube allo stesso modo per tutte le tipologie di target.
Ed ecco qui che dividerei i "Contenitori di contenuto" cioè gli strumenti che utilizziamo per veicolare i nostri contenuti, in due tipologie.
Contenitori di contenuto: content discovery.
Letteralmente significa "scoperta di contenuti" e sono tutti quei contenitori con cui possiamo venire a contatto con i nostri clienti meno consapevoli o con argomenti meno approfonditi.
Si ok Lorenzo ma quali sono?
Te lo dico subito!
Alcuni li possiamo possedere e controllarne l'efficacia, altri no.
I primi sono: Facebook, Instagram, Linkedin, Pinterest, Twitter, Tik Tok, ecc.
I secondi invece che non possiamo controllare sono: tv [a meno che non ne siamo proprietari ;-P], magazine, radio, ecc.
E tutti questi contenitori sono lo strumento in cui il nostro target entra in contattato con noi per iniziare ad esplorare il nostro ecosistema.
Per iniziare il percorso che noi avremo costruito perfettamente per lui.
Alcuni di questi sono diventati più complessi permettendo un uso e consumo dei contenuti più a livello profondo.
Come per esempio Instagram grazie alle stories, reels, IgTv, Guide, ecc.
Contenitori di contenuto: content consumption.
Poi ci sono quei contenitori che ci permettono di creare una relazione profonda con il nostro target.
Con il nostro pubblico.
E sono quei "luoghi" in cui la persona può rimanere minuti, a volte ore a consumare i nostri contenuti.
Per fare un piccolo elenco potrei citare: Blog, Sito web, YouTube, Podcast, Videocorsi, Libri, Ecommerce, ecc.
Sono quei contenitori che si trovano più vicino all'obiettivo e al livello di consapevolezza che serve al nostro cliente o pubblico per raggiungerlo.
Ovviamente la vera difficoltà sarà quella di creare una sinergia tra essi e collegarli nel modo giusto.
Nel modo in cui sarà difficile per il nostro cliente staccarsi dalla qualità che andremo a proporgli.
E come si fa?
Semplice.
Attraverso una strategia efficace.
Costruire una strategia efficace.
Spesso le persone si concentrano troppo spesso sugli strumenti e poco su quello che li fa funzionare: avere un obiettivo e una strategia.
Infatti un ottimo strumento è tale nel momento in cui riesce ad esprimere al massimo la creatività di una strategia.
Ma partiamo quindi dalle basi.
É molto importante per definire una strategia avere chiaro l'obiettivo che vogliamo raggiungere.
Perché senza obiettivo andremo a casaccio senza uno scopo.
E non esiste nulla di più deleterio per la crescita di un ecosistema progettuale.
Sia che si stia creando una foto, un video, un qualsiasi contenuto è molto importante farsi sempre questa domanda: Per chi è questo contenuto? Qual'è l'obiettivo che voglio raggiungere con questo contenuto?
A questo punto, una volta risposto dobbiamo delineare una strategia.
Ma in base a quale filosofia?
Quella della massima resa con il minimo spreco di energie.
Cioè il massimo risultato che potremo ottenere ma con il minimo utilizzo di risorse ed energie.
Inoltre la strategia spesso varia molto in base anche al livello di crescita di un ecosistema aziendale.
Se ci troviamo nella prima fase di creazione nella maggior parte dei casi è molto più importante concentrarsi su una crescita dovuta al posizionamento che a test continui dei feedback del nostro pubblico.
Ma ovviamente va trovata la giusta dose di tutto in base alla situazione.
In realtà se ci pensi una strategia già l'abbiamo delineata.
Ma quando?
Quando hai scritto tutti i touchpoint.
Perchè in realtà hai tutti gli elementi essenziali a disposizione per raggiungere l'obiettivo.
Sai i livelli di consapevolezza del target.
Sai quali sono i contenitori di contenuto da utilizzare.
Sai che contenuti e prodotti devi creare per attrarli e fargli fare un percorso.
Manca solo una cosa.
Delineare gli elementi essenziali che servono per permettere alle persone che ti seguono di raggiungere l'obiettivo.
Per esempio se vendessi un dentifricio ecosostenibile quali potrebbero essere gli elementi essenziali che devono esserci per creare la magia?
Amore per la sostenibilità, amore per la natura, consapevolezza che la cura dei denti previene carie, previene maggiori spese nel lungo periodo, ecc.
Questi elementi sono essenziali per un motivo essenziale. :-P
Perché devi fare in modo di ricreare questi elementi nella tua clientela altrimenti non arriveranno mai a comprendere il tuo prodotto o contenuto.
Senza quegli elementi non potrai ricreare quella magia primordiale che permette una delle nostre caratteristiche identitarie più forti.
Sai quale?
Pensaci un attimo.
Sto parlando dell'empatia.
Dell'entrare in profonda relazione con gli altri.
Se non sai bene quali potrebbero essere i problemi o gli argomenti di cui parlare con il tuo pubblico ti consiglio un tool davvero spettacolare.
Sto parlando di Answer The Public con il quale puoi trovare tutte loe ricerche una persona potrebbe fare rispetto ad una data parola chiave.
Come trovare una passione: conclusioni.
Ovviamente come potrai pensare non esiste un percorso unico e lineare da seguire per vivere delle proprie passioni.
Ma quello che ho cercato di darti è semplicemente il percorso che io stesso ho seguito ed affinato in oltre 15 anni di studio, consulenza ed imprenditoria rigenerativa.
Perciò questo non è una soluzione per i tuoi problemi ma un metodo, un percorso che potrai mettere in moto ogni volta che ne avrai bisogno.
Sono i primi step per gettare le basi alla tua casa.
Sono le scintille con le quali potrai accedere il fuoco fino a farlo divampare.
E ricordati che vivere delle proprie passioni è un percorso molto tortuoso e difficile.
Un percorso che anche i più temerari non osano attraversare.
Ma vivere di ciò che amiamo, essere connessi costantemente con il piacere ha un duplice effetto.
Il primo è che ispira te stesso a migliorarti ogni istante della tua vita.
A mettere energia nel cambiamento che te stesso desideri.
Ad essere nel tuo flusso dell'esistenza.
Ma la seconda è la vera rivoluzione!
Ascolta bene.
VIvere delle proprie passioni ispira gli altri a fare lo stesso per la propria vita.
Generando un cambiamento, che se alimentato nel modo giusto, potrà accellerare la nuova era.
Un'era con più relazione.
Relazione con noi stessi, gli altri e la nostra preziosa casa: il pianeta.
E ricorda sempre: possiamo perdonare un bambino quando ha paura del buio. Ma la vera tragedia della vita è quando un uomo ha paura della propria luce.
Platone
Non averne paura ma impara invece a lasciarla splendere sempre più forte.
Ogni giorno della tua vita.
Un abbraccio,
Lorenzo
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Per uscire dalla crisi climatica stiamo utilizzando gli stessi modelli e valori che l'hanno creata. Non te lo sentirai dire spesso ma un business non esiste per vendere. Un business esiste per dare alle persone gli strumenti necessari ad essere davvero felici. La vendita, come l'equilibrio del pianeta, sono solo dirette conseguenze di questo comportamento.
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