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Come si fa un business plan sostenibile: la guida completa.
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Come si fa un business plan sostenibile? Chiunque abbia mai costruito un progetto da una idea sa che prima o poi deve costruirsi un business plan efficace. Un sistema che racchiuda non solo informazioni economiche riguardo all'azienda ma anche i propri obiettivi, la propria identità. Esistono numerose tipologie di business plan da poter creare e in questo articolo ti farò vedere quale utilizziamo noi con le aziende che seguiamo come imprenditori o consulenti di business rigenerativo.
Sei pronta/o?! Si inizia!
Come si fa un business plan sostenibile: struttura generale.
Tutti i business plan hanno una struttura che a seconda del modello di sviluppo che decidiamo di seguire cambia profondamente.
Ma perché?
Perché ogni modello di sviluppo ha un obiettivo differente.
Se per esempio il nostro obiettivo aziendale fosse guadagnare il più velocemente possibile allora i parametri che ci interessano saranno sopratutto legati al nostro tasso di estrazione della risorsa [compreso le persone].
Se invece il nostro obiettivo fosse quello di vivere il più a lungo possibile con ciò che amiamo fare allora lo scenario cambierebbe radicalmente.
Quindi nella prima parte del business plan è essenziale definire in modo chiaro il motivo per cui facciamo business.
Come si fa un business plan: gli obiettivi del business.
Questa parte è quella più importante e fondamentale perché definisce gran parte del comportamento che avrà di conseguenza il progetto.
Non ti sembra che assomigli a qualcosa?
Esatto! É simile al nostro genotipo.
A come funziona il nostro DNA.
Una volta creato il "codice genetico" dell'azienda, esso produrrà inevitabilmente un comportamento coerente.
Ecco cosa sono la vision e la mission.
Sono l'essenza stessa del perché esistiamo.
E malgrado quasi tutti/e sappiano cosa sia, pochissime aziende hanno compreso nel profondo come vadano strutturate.
La vision è il perché facciamo quello che facciamo.
É il nostro sogno.
Il modo in cui vediamo il mondo.
E lo sai a cosa serve la vision?
Serve a creare una azione che vada verso quel sogno.
Che vada verso la nostra visione dell'esistenza.
E questa azione ha un nome e si chiama mission.
La mission è quindi il come vogliamo raggiungere quel perché.
Quali sono le azioni che vogliamo mettere in atto per raggiungere il nostro scopo.
La nostra biodiversità.
Malgrado a volte si pensi il contrario, non è affatto raro che la maggior parte delle persone sottovalutino questa fase.
Non solo.
Pochissime la sanno costruire in modo davvero efficace.
Lo sai perché?
Perché non basta aver fatto un corso di marketing o branding per saperle definire in modo efficace.
Per quanto costoso sia stato.
Bisogna invece avere una conoscenza teorica ed esperenziale dei sistemi complessi molto profonda.
Bisogna avere conoscenze di come i sistemi complessi funzionano e si comportano.
La lunghezza, il modo in cui le scriviamo, le sensazioni che trasmettono sono fondamentali nella riuscita del progetto stesso.
Ecco perché il 90% delle persone che mi chiamano hanno difficoltà a scriverne una efficace alla prima botta.
A volte questo processo richiede settimane intere di modifiche e aggiustamenti.
Ne va della sopravvivenza del vostro business.
Poi una volta creati e definiti in modo chiaro ed ispirante gli obiettivi è necessario fare un'altra cosa.
Sai quale?
Come si fa un business plan: definire i nostri talenti.
Dobbiamo definire quali sono le nostre competenze.
Quali sono i nostri talenti.
Le caratteristiche caratteriali innate ed acquisite nel tempo che possiamo "spendere" nella costruzione della nostra attività.
In questa fase noi dell'agenzia Hyphae costruiamo insieme al cliente un report dei loro "limiti" fisici e psicologici.
Dei loro talenti acquisiti tramite corsi di formazioni o accidentalmente nel corso della loro vita.
Questa fase è altrettanto essenziale perché appartiene ci permette di definire quali sono i nostri "strumenti".
Quali sono le competenze che possiamo utilizzare o che dobbiamo migliorare per raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati nella prima parte del plan.
Ma non è tutto.
Questa fase è fondamentale perché è un momento profondo di riflessione con noi stesse/i.
Ricordati sempre che per capire cosa ti piace fare nella vita e quali siano i tuoi talenti non serve leggerlo su un libro.
Come non serve pensare intensamente a quali siano.
Devi "solo" metterti alla prova e testare.
Non esiste altro modo.
Perché è l'esperienza che ti regala feedback emotivi e cognitivi.
E le emozioni producono comportamenti.
Per cui se non sai rispondere ad una domanda molto spesso è semplicemente perché ancora non hai trovato una risposta.
Vedrai che una volta trovata la risposta anche la domanda si estinguerà come per magia.
Perché in natura tutto ciò che non serve più si estingue.
Una volta definita anche questa parte si passa a quella dove gli obiettivi scritti in precedenza influenzano enormemente i risultati.
Sai di cosa sto parlando?
Vediamolo insieme nel prossimo paragrafo.
La definizione della clientela.
In questa fase è necessario, attraverso delle domande strategiche che puoi scaricare gratuitamente iscrivendoti a questo link →, definire il pubblico con il quale vuoi costruire una relazione.
Prima ho detto una cosa che forse è passata nella tua mente con poca attenzione.
"Gli obiettivi influenzano enormemente i risultati".
In poche parole in base agli obiettivi che abbiamo scelto dovremo definire il tipo di clientela con la quale desideriamo costruire una relazione.
Una relazione vera, non di vendita.
Se il mio obiettivo è quello di trarre il massimo profitto nel minor tempo possibile allora dovrò cercare la clientela più profittevole nel breve periodo.
Se invece il mio obiettivo è vivere di ciò che amo fare, dovrò scegliere un pubblico simile a me nei valori.
Una clientela con la quale sarò in grado di comunicare in modo efficace, che sia in grado di capire il cambiamento che sto portando nel mondo e soprattutto con la quale avrò piacere di lavorare per un lungo periodo di tempo.
In questa fase quindi si definisce un prototipo di persona con desideri, obiettivi, paure e uno stile di vita ben preciso.
In questo modo saremo in grado di ottimizzare tutte le nostre risorse ed energie creando soluzioni straordinarie per loro.
Sprecando una bassissima quantità di risorse ed energie.
Non ti sembra di sentire qualche associazione?
Di fatto stai costruendo un business sostenibile senza che te ne renda conto ;-)
A bassissimo spreco di energie e risorse e in grado di rigenerare valore per te stessa/o e la collettività.
Una volta definita la clientela si studiano i competitor.
Ma qual è il motivo per cui dobbiamo studiare i competitor?
Non sai quante persone vedo che guardano di continuo i loro competitor.
Sto parlando a volte di molte ore ogni settimana.
Questo non solo è deleterio emotivamente ma non serve proprio a nulla.
Non solo.
Mi fa capire che se lo fai, non hai capito bene chi sei: biodiversità.
Quindi il nostro scopo non è quello di entrare in un mercato preesistente.
Ma quello di crearne uno nostro simile a noi.
Questa strategia ti darà un vantaggio competitivo enorme.
Perché nessuno/a è più bravo/a di te a fare te.
A questo punto si osservanoi competitor solo per un motivo.
Per creare una nuova nicchia dentro la quale stare.
Per capire cosa già offre il mercato e capire con quale intensità dobbiamo puntare sui nostri talenti e caratteristiche.
Malgrado spesso queste fasi possano sembrare molto separate o consequenziali fra loro, in realtà non è così.
Solo un pensiero lineare la vedrebbe in questo modo.
La verità è che sono solo scritte una dopo l'altra all'interno del plan per questioni di praticità.
Ma sono tutte strettamente interconnesse fra loro.
E quindi vanno trattate come tali.
Ovviamente se il nostro obiettivo iniziale era quello di trarre il massimo profitto nel minor tempo possibile, questo cambia notevolmente il processo che dovremo portare avanti.
Perché con questo obiettivo non è più necessario trovare persone simili a noi ma solo quelle più profittevoli nel breve periodo.
E quindi a quel punto fare uno studio costante ed approfondito dei competitor è fondamentale.
Perché per poter essere concorrenziali esistono due modi: o avere un prezzo più basso rispetto agli altri competitor.
Sempre che riusciate ad everlo sempre altrimenti è una delle strategie più difficili da portare avanti.
Oppure avere dei prodotti che non esistono nel mercato dove c'è una richiesta preesistente enorme.
Se per esempio dopo alcune ore di ricerche scopri che la gente ha un bisogno enorme di vestiti autopieganti, non devi far altro che produrre e vendere vestiti autopieganti.
Ma cosa accade subito dopo al mercato?
Se la tua innovazione funziona nasceranno altri competitor che la copieranno e che proveranno a venderla ad un prezzo più basso.
Ma non solo.
Man mano che il tuo business e quello dei tuoi competitor crescerà, diminuirà pian piano il desiderio e la necessità di acquistare i tuoi prodotti.
Perché non scordiamoci che siamo soprattutto noi che estinguiamo la necessità dei nostri prodotti.
In che modo?
Semplicemente vendendoli.
Risolvendo il problema che era preesistente prima della vendita del prodotto.
Quindi a quel punto il tuo business avrà grandi chance di crollare e tu dovrai rifare l'intero processo da capo ogni volta.
Se ti piace puoi farlo ma sappiamo già dove ci ha portato questo modello ;-)
Come si fa un business plan: ora è arrivato il momento di creare i prodotti.
Una volta delineato tutte le fasi precedenti è ora di farne una che effettivamente è interconnessa alle altre ma che rispetta una certa gerarchia.
La maggior parte della aziende creano prima i prodotti e poi cercano persone disposte ad acquistarli.
Non esiste nulla di più insostenibile come spreco di energie.
Ma per fortuna oggi il modello sta cambiando.
Una volta definito il target e il nostro posizionamento nel mercato è arrivato ora il momento di creare dei prodotti in linea con le persone simili.
Ti ricordo che se è la prima volta che compili questo briefing lo puoi scaricare gratuitamente iscrivendoti a questo link →
Se la tua azienda ancora non esiste ti consiglio una cosa.
Sai quale?
Quella di creare un elenco di prodotti e i servizi con una breve descrizione per ognuno di loro.
Se invece hai già una azienda che lavora da qualche tempo nel mercato allora è necessario essere più precisi.
É necessario entrare nel dettaglio, scrivere tutto ciò che può essere utile al miglioramento del prodotto e nel modo in cui il cliente lo "acquisisce".
In questo step inoltre noi di Hyphae facciamo inserire anche informazioni utili alla comunicazione stessa del prodotto.
Quali sono i motivi razionali dell'acquisto, quali sono i benefici che genera, ecc.
Tutto questo ci permette non solo di avere un quadro generale di cosa stiamo vendendo ma ci regala l'intero sistema di comunicazione che possiamo utilizzare per creare relazioni con i nostri clienti.
Prima di concludere questo paragrafo voglio aggiungere solo una cosa.
Ti ricordi la Wii della Nintendo a cui la quasi chiunque di noi ha giocato almeno una volta nella vita?
Sai perché te lo sto chiedendo?
Perché la console dopo la Wii è stata la Wii U.
E sai perché è importante saperlo?
Perché a causa di quel prodotto la Nintendo ha quasi chiuso i battenti!
Si hai capito bene.
Ha quasi chiuso soprattutto per una mala comunicazione.
Ti spiego quale è stato il ragionamento dietro la comunicazione di questa console.
Prova a seguirmi.
La Wii è stata una delle console più vendute al mondo.
É stata una innovazione straordinaria nel modo di giocare.
E questo ha causato una paura in Nintendo.
Sai quale?
Quella di non riuscire a produrre una console successiva avendo però gli stessi risultati di vendite ed apprezzamento.
Così per paura hanno provato a darle un nome simile.
La Wii U.
Questa scelta ha fatto una cosa molto pericolosa.
Ha fatto percepire la console non così "diversa" dalla sua precedente.
Come se fosse solo una versione aggiornata.
Portando tante persone a non acquistare perché non ne vedevano i benefici.
Ma c'è anche altra cosa che ha influenzato fortemente la riuscita del progetto.
Malgrado la Wii U cambiasse in qualche modo il sistema di gioco attraverso l'utilizzo di un tablet, non aveva in se la stessa innovazione che invece portava la wii.
Perché?
Perché il tablet non potevi portartelo dove volevi.
Ma dovevi giocarci come un controller con attaccato sopra uno schermo.
E sai qual è stata invece la console che c'è riuscita?
Prova ad indovinare...
Quella successiva.
La Nintendo Switch!
Riportando l'azienda ad essere leader del mercato!
Tutto questo era solo per dirti del quanto le nostre scelte strategiche, seppur apparentemente piccole, portino in realtà grandi e profondi cambiamenti.
Quindi è essenziale sceglierle bene e rivolgersi a professionisti in grado di aiutarti in questo processo.
Le keywords.
Come si fa un business plan sostenibile?
A questo punto siamo arrivati ad un importante obiettivo.
Sai quale?
Quello della definizione delle parole chiave.
Non esiste ovviamente un modo standard di costruire un business plan ma quello che sto condividendo con te è secondo me uno dei più avanzati nel business sostenibile rigenerativo.
Sai perché?
Perché fa leva sulle stesse strategie che utilizza la natura.
Ma a cosa servono le parole chiave?
Le parole chiave ci permettono di comprendere quali sono le sensazioni nelle quali vogliamo "impacchettare" il progetto.
Sono le emozioni che vogliamo suscitare nelle persone che verranno a contatto con il nostro ecosistema.
E sono così tanto importanti che io le utilizzo anche per fare una cosa fondamentale.
Sai quale?
Una volta compilato tutto il briefing utilizzo anche queste informazioni per costruire l'identità visiva del progetto.
Per creare il mood giusto nel quale il brand si presenterà al mondo.
A volte diamo per scontata questa parte ma è anch'essa parte di un processo fondamentale.
Sai perché?
Perché le persone "leggono" il mondo, l'ambiente circostante ed interno, prima di tutto attraverso le emozioni.
Sono la nostra bussola per comprendere il mondo.
Quindi suscitare una emozione positiva alle persone simili è fondamentale.
Perché è lo strumento che utilizziamo per attrarle a noi.
É importante quindi non solo utilizzarle per costruire una vera e propria visual identity ma anche più semplicemente, se ancora non ce l'abbiamo, la struttura grafica del progetto.
Il libretto che presenteremo ai bandi, alle banche, ad amici e parenti per richiedere dei finanziamenti o collaborazioni.
Non vi rendete neanche conto quanto siano noiosi e brutti i progetti che vengono presentati ogni giorno.
E non riescono perché sono costruiti male esteticamente.
Non hanno una relazione diretta con il target e sono asettici.
Ecco perché è fondamentale non solo scrivere tutte le cose più belle e giuste dentro un business plan ma anche presentarle in modo accattivante.
Anzi.
Ti dirò di più.
Le multinazionali vendono da anni prodotti mediocri ma presentati in modo "perfetto" grazie alla pubblicità.
E le persone le comprano spesso solo per questo motivo!
Questo dimostra in modo inconfutabile quanto sia importante la spinta emotiva per raggiungere i nostri risultati.
Il sistema di credenze.
A questo punto è arrivato il momento finale di questa prima parte.
E come ogni grande sinfonia si meriti un grande finale anche noi dobbiamo utilizzare quest'ultima parte per colpire l'attenzione di chi la legge.
E quale miglior modo se non quello di scrivere il nostro sistema di credenze?
Ma cosa è questo "sistema di credenze"?
Sono gli ideali in cui crediamo fermamente.
Quelle idee che vivono dentro di noi e difficilmente possono essere scalfite.
Sono i nostri paradigmi.
Pensa a quando andavi a scuola.
C'era la ragazza bravissima negli sport, il ragazzo secchione preso in giro dai compagni, la professoressa "amica" degli alunni.
Questi sono ovviamente dei cliché e delle semplificazione ma permettono alla mente di catalogare in modo efficace.
Permettono alla nostra mente di eliminare in modo continuo le informazioni "inutili".
Quelle informazioni "superflue" di cui "non vale la pena" tenere traccia.
La domanda quindi che dovresti porti è: per cosa vuoi davvero essere ricordata/o?
Il sistema di credenze serve proprio a questo.
A creare il motivo per cui le persone ti ricordano ;-)
Il realtà questa fase rappresenta una delle più importanti e delicate nel processo di creazione del proprio modello di business.
Perché è la base stessa del tuo posizionamento.
É parte del cuore pulsante della tua identità.
Avere un sistema di credenze troppo vago non ti permette di essere ricordato.
Averlo troppo specifico rischi di dare un'idea di te troppo semplice e scontata.
Come ogni cosa è proprio nell'equilibrio la soluzione.
La domanda è come faccio a capirlo?
Solo facendoti aiutare e partendo dall'unica grane maestra di tutti/e noi.
Sai di cosa sto parlando?
Dell'esperienza.
Strutturiamo insieme la parte economica.
Come si fa un business plan sostenibile?
Beh, c'è una cosa in particolare che non può non mancare...
Sto parlando del calcolo economico, di fattibilità cel progetto.
Anzi, credo che molti di voi che sono entrati qui, probabilmente anche tu, pensava che il business plan fosse proprio questo!
Strutturare ed analizzare la fattibilità economica del business.
In realtà non è strettamente necessaria ma sicuramente regala un tocco di credibilità soprattutto alle persone che dovranno leggerlo.
Non trovi?
Ma come si struttura il business plan economico di una azienda?
Cercherò di spiegartelo condividendo con te quello che ho fatto io in 16 anni di imprenditoria e formazione.
Prima di tutto devo darti una notizia...
Non esiste di per se un modo giusto di farlo.
Ma per poter capire qual è il modo più efficace per noi dobbiamo ancora una volta scomodare le conoscenze che abbiamo dei sistemi complessi.
Non so se hai avuto mai modo di leggere il mio articolo sulla Blue Economy → ma te lo rispiego brevemente.
Ogni sistema complesso è grossomodo ed in modo semplificato, simile ad una vasca da bagno.
Ciò significa che esistono dei flussi che immettono acqua nella vasca e flussi che la tolgono.
Fino a qui sembra tutto abbastanza semplice, giusto?
Andiamo avanti allora!
La vasca quindi cosa è?
Un magazzino.
O utilizzando un termine sistemico: è uno stock.
Nel caso del business plan economico, di risorse e materie prime.
Ma non uno stock immobile.
Solo il materasso o il cassetto del comodino dove mettiamo i soldi contanti lo sono!
Quindi è un flusso in movimento, con entrate ed uscite continue.
Ricordiamoci allora una cosa fondamentale: qual è lo scopo del nostro business plan?
Se siamo in una fase iniziale, il nostro obiettivo potrebbe essere quello di capire se effettivamente posso vivere o meno con quel progetto.
E se si con che quantità di risorse posso farlo.
Se invece ci troviamo con un business già avviato un business plan potrebbe essere utile a migliorare gli investimenti e fare delle previsioni quanto possibile realistiche.
Per risolvere questi quesiti, io faccio fare un esercizio a chi fa formazione o consulenza insieme a me.
Sai quale?
Faccio compilare una lista di tutte le cose che servono per creare il progetto "perfetto".
Esattamente come lo hai sempre sognato.
Ma perché?
Per focalizzare bene l'obiettivo e capire di quali strumenti abbiamo bisogno effettivamente per raggiungerlo.
Nel caso in cui l'esercizio fosse difficile ne faccio fare un altro molto divertente.
Prova a farti questa domanda...
Cosa potresti fare per distruggere deliberatamente il progetto che vuoi creare? ?
Questa strategia, presa in prestito dalla scuola di terapia strategica breve di Arezzo, aiuta a vedere le cose da un altra prospettiva e comprendere in modo laterale, anche cosa ci serve effettivamente per fare in modo che il nostro business funzioni veramente!
A questo punto, se sei riuscita/o nell'intento, il passaggio successivo è dargli una gerarchia.
Cioè?
Mettere prima i più essenziali ed urgenti e poi man mano che riscriviamo la lista, quelli di cui possiamo per ora fare a meno in questo preciso momento.
Dalle bollette, ai macchinari, beni immobili, il costo del commercialista, fare una visual identity fatta bene e sito web, progettazione del business plan, pubblicità, ecc.
Se vi sentite confusi/e su quali siano queste spese è normale!
Significa solamente che non avete ancora abbastanza informazioni.
E anche su questo ho una strategia infallibbile!
Sai quale?
Semplicemente...chiedere!
Vai nei luoghi e dalle persone che possono darti queste informazioni sui prezzi.
Architetti, associazioni di categoria [a volte molto utili per capire prezzi e dinamiche del settore], geometri, commercialisti, agenzie di comunicazione o freelance, ecc.
A questo punto, estrapolando i nostri prodotti dal briefing precedente fatto, facciamo una stima del loro prezzo ipotetico nel mercato.
Ma con una accortezza che a me ha salvato la vita svariate volte.
Sai di cosa parlo?!
Del non fare un calcolo troppo preciso o con prezzi troppo alti.
Perché sopratutto siamo in una fase iniziale è bene capire il margine che abbiamo.
Il range dentro il quale stare.
E per comprenderlo al meglio è più efficace e sicuro calcolare i prezzi dei prodotti che venderemo più bassi e quelli delle materie prime o servizi che compreremo più alti.
Sintesi: input più alti e output più bassi.
Inizi a comprendere ora la vasca da bagno?!
A questo punto devi decidere l'arco temporale da analizzare.
Personalmente di solito [ma dipende dal contesto], scelgo un anno.
Ma attenzione, qui di solito il 99% delle persone fa un errore madornale!
Sai quale?
Quello di calcolare nel primo anno come costo anche tutti i beni, materie prime o servizi che invece hanno una durata nel lungo periodo.
Faccio un esempio per fartelo comprendere meglio...
Un aratro, una invasettatrice o un sito web non puoi calcolarli come spesa in un solo anno.
Semplicemente perché questi beni materiali o immateriali durano molto di più di un anno.
Non sono usa e getta e spesso servono proprio a migliorare il tuo lavoro nel lungo periodo.
Perciò solitamente calcolo il loro costo e, al contrario delle altre spese, lo divido per 5 o 10 anni.
A seconda di quanto ipoteticamente durano.
Esempio: sono un artigiano ed ho bisogno di una sega a nastro per tagliare il legno più velocemente e preciso. Così decido di comprarla già il primo anno al costo di 1.200€. Poiché la marca e il modello che ho acquistato sono di ottima qualità [e non è come un computer che ne esce uno più potente ogni anno - con software sempre più esigenti in termini di prestazioni], posso calcolare un rientro nel giro di 5 anni. Così faccio 1.200€ : 5 = 240€.
Significa quindi che per il primo anno, e per i prossimi 5 anni totali, devo calcolare una spesa fissa di 240€.
In modo da avere, per fare un business plan veritiero, il loro costo per un anno [l'arco temporale scelto precedentemente per il nostro business plan].
A questo punto, se fino a qui ti è chiaro, devo calcolare quanti beni sono in grado di vendere il primo anno, magari diviso per mesi così da ricavare una stima lorda approssimativa per ogni mese.
Il ricavo ovviamente sarà lordo.
Perché, una volta fatto, dovrai da quel numero detrarre tutte le uscite annuali.
Fra cui non ti scordare, anche le tasse [come l'IRPEF, IRAP, INPS, ecc.]
Quello che uscirà fuori sarà più o meno una cifra netta del tuo guadagno annuale.
Poi però ci sono anche altre spese da calcolare.
Che nell'immediato non è facile da stimare.
Per esempio dovremo anche pensare di avere un tot di soldi da reinvestire per gli anni successivi o eventuali nuovi asset, oppure per averli come fondo cassa di resilienza.
Nel caso la nostra azienda dovesse affrontare dei periodi difficili.
Come si fa un business plan sostenibile?
Spero di averti dato una idea generale di come costruirne uno economico.
Ovviamente poi a seconda del contesto e del caso è importante apportare delle importanti modifiche al sistema di progettazione.
Conclusioni.
Come hai potuto vedere, il business plan è molto più di un semplice foglio di carta con qualche dato o conto.
Ma è l'identità stessa del tuo progetto.
Esso non serve solo a delineare nella tua testa il modello di tutto il business ma anche ad ispirare ed aiutare le persone che lo leggono a comprendere il cambiamento che vuoi portare nel mondo.
Non so se lo sai, ma anche io lo utilizzo continuamente per i miei progetti...
Ti racconto brevemente questo aneddoto!
Qualche anno fa mi chiese un incontro il Comune per capire come sanare lo skatepark che aveva visto la luce ormai diversi anni prima.
Mi dissero inoltre di aver predisposto la cifra massima di circa 4/5.000€.
Così iniziai a compilare questo plan intervistando le persone più importanti nel territorio che erano riuscite a creare una comunità street molto forte, malgrado le grandi difficoltà delle struttura.
Una volta compilato, immediatamente progettai la visual identity e ne creai un libro di circa 20/30 pagine.
Lo sai cosa feci successivamente?
Lo feci stampare e spedire a tutti gli assessori interessati.
Il risultato?
Stanziarono oltre 20.000€ per bonificare l'area e creare uno skatepark totalmente nuovo!
Sai perché sono riuscito ad ottenere questo risultato?
Devo svelarti un segreto...
A me in realtà non interessava che loro capissero nel profondo il progetto.
Ma a me interessava che lo PERCEPISSERO in modo diverso!
Ho utilizzato questo business plan per abbattere i forti pregiudizi che le persone avevano nei confronti di chi facesse skate.
Il fatto di essere drogati, delinquenti e poco organizzati.
E il risultato denota proprio la riuscita di questo mio intento.
Ha permesso loro prima di tutto di comprendere meglio il progetto.
Di immedesimarsi nei nostri obbiettivi e di come avremmo fatto per raggiungerli.
Ma ha fatto molto di più.
Ha permesso loro di credere che era possibile.
E si sa, finché ci troviamo all'interno di una cornice non possiamo parlare ne tantomeno percepire la cornice stessa.
Ma è proprio quando ci spingiamo oltre i limiti di quella cornice che riusciamo scorgere dove ci trovavamo.
Se nella nostra solita e noiosa quotidianetà oppure oltre i limiti della nostra stessa immaginazione.
Dipende solo da te.
Un abbraccio,
Lorenzo
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Per uscire dalla crisi climatica stiamo utilizzando gli stessi modelli e valori che l'hanno creata. Non te lo sentirai dire spesso ma un business non esiste per vendere. Un business esiste per dare alle persone gli strumenti necessari ad essere davvero felici. La vendita, come l'equilibrio del pianeta, sono solo dirette conseguenze di questo comportamento.
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Investi in ciò che funziona sempre: la natura.
Tutti i corsi o consulenze che trovi ti vendono sempre una conoscenza preconfezionata degli strumenti per raggiungere il successo. Io invece voglio fare molto di più. Voglio darti la conoscenza di ciò che funziona e funzionerà sempre: come creare progetti con le stesse strategie che la natura utilizza in miliardi di anni di evoluzione.