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Il business come un organismo vivente: ne siete sicuri?

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Il business come un organismo vivente: ne siete sicuri? Oggi va di moda parlare di impresa come “sistema vivente”. C’è chi lo scrive nei libri, chi lo ripete nei convegni, chi lo stampa sulle brochure. Tutti pronti a dichiarare che la propria azienda è interconnessa, interdipendente, orientata al bene comune. Che i valori contano. Che il profitto da solo non è tutto. Ma c’è una domanda che nessuno fa. Davvero un’azienda nata per fare profitto può trasformarsi in un organismo vivente? Davvero si può invertire il DNA di un sistema semplicemente cambiandone il linguaggio?

Io non so dirtelo, ma posso spiegarti cosa ne pensa la natura di tutto questo.


Il business come un organismo vivente: cosa dice la natura.

Chi mi conosce sa molto bene una cosa.

Sai quale?

Che amo sviscerare le cause che tengono in vita un problema.

Molto più che analizzarne i suoi sintomi.

Quindi anche questa volta partirò dalle basi del pensiero complesso.

Sei pronta/o?

Innanzi tutto, cosa è davvero un business?

Secondo l’enciclopedia Treccani un business è un “Affare e, quindi, attività economica in genere.”

Questa definizione viene però dal mondo del marketing e appunto dal mondo dell’impresa.

In realtà un business è qualcosa di molto più antico.

Qualcosa di molto più primordiale.

Non ci credi?

Allora senti cosa sto per dirti…

Un business è un sistema complesso.

E il sistema complesso è il modello di progettazione che utilizza la natura.

Io che sto scrivendo queste righe, tu che le stai leggendo, una pianta, un animale, una società, persino la città dove abiti è un sistema complesso.

Quindi se vogliamo capire bene un business non dobbiamo studiare il marketing, il branding o qualsiasi altra stregoneria.

Dobbiamo capire bene come funzionano i sistemi complessi.

Se vuoi approfondire ho un articolo che potrebbe fare al caso tuo: Cos’è un sistema complesso: perché non lo capisce quasi nessuno?

Quindi a questo punto, il passaggio successivo è comprendere il come è strutturato un sistema complesso, e quali sono le leve che lo muovono.


Il business come un organismo vivente: la struttura di un sistema complesso.

La definizione più bella di sistema complesso che ho letto, deriva dal libro di Donella H. Meadows Pensare per sistemi:

“Un sistema complesso è un insieme di elementi che interconnessi fra loro perseguono un obiettivo, una funzione o uno scopo.”

E aggiungo: fra tutte queste “cose” è l’obiettivo che più di tutti modifica il comportamento del sistema stesso.

Forse ancora non te ne rendi conto ma queste due frasi cambiano completamente la percezione del modo in cui funziona il mondo.

Del modo in cui la natura crea le sue “forme” e le fa evolvere.

Del mondo in cui tu, essendo un sistema complesso, ti relazioni con le altre persone.

Sai perché?

Perché nella mentalità imprenditoriale, un business nasce per vendere.

Te lo dico con altre parole per fartelo capire meglio.

Un business nasce con l’obiettivo di vendere.

Questo obiettivo però non deriva in sé da business stesso ma dal modello nel quale esso nasce e si relaziona.

Sai di cosa sto parlando?

Di quello capitalista.

Cioè il modello capitalista ha come obiettivo il massimo profitto nel più breve tempo possibile e quindi questo, converte tutte le sue strutture e flussi per adempiere e raggiungere nel modo più efficace possibile questo obiettivo (ricordi quello che ti ho detto prima? È l’obiettivo di un sistema che modifica più di tutti il suo comportamento).

Un business che è un sottosistema di quello capitalista ha quindi di suoi stessi obiettivi.

Ed è proprio in questa logica che vanno ad immettersi la maggior parte di tutte quelle aziende che fanno, o pensano di fare, sostenibilità.

Il business come un organismo vivente: ecco come funziona il sistema capitalista.

Lo so.

Le parole che ho scelto per il titolo di questo paragrafo sono un po’ forti.

Ma alla fine lo è anche tutta la distruzione che oggi vediamo e tocchiamo con mano dovuta in gran parte al modello capitalista.

Quindi penso che riuscirete a perdonare la mia insolenza ;-P

Nel libro che ho scritto La fine del Capitalismo, e che puoi scaricare gratuitamente o tramite donazione a questo link, ho spiegato come il capitalismo sia nato da un semplice paradigma.

Una verità che poi è diventata così tanto condivisa da essere considerata una verità assoluta.

Sai di cosa sto parlando?

Il benessere deriva dal denaro.

Il capitalismo produce profitto perché vuole benessere.

O meglio, questo è quello che credono le persone.

Quindi questo è vero anche per la quasi totalità delle aziende esistenti.

Anche le più grandi aziende B Corp, società benefit o con altre mille certificazioni di sostenibilità, hanno sempre e costantemente come obiettivo primario il profitto.

Il valore che esse portano alla comunità e al bene comune sono solo dirette conseguenze.

Ma la vera domanda a questo punto che ti pongo è: può un sistema orientato e focalizzato verso il profitto portare anche benessere e sostenibilità al sistema globale?

La mia risposta è no.

È no finché l’obiettivo primario rimane il profitto.

Se il mio obiettivo è il profitto, tutti i miei valori, tutti i miei flussi di lavoro saranno soltanto una conseguenza in base a questo scopo.

Ma lo scopo dell’essere umano non è quello di produrre, né tantomeno quello di produrre profitto.

È quello di creare un sistema sempre più complesso, biodiverso e resiliente (cioè il contrario dell’obiettivo del capitalismo).

Per raggiungere questa nostra funzione biologica è però necessario fare una cosa che nessuno è mai riuscito a fare.

Tranne per tua fortuna, il sottoscritto (sì lo so, sinceramente non so proprio come sia stato possibile!)

Ora segui un attimo il mio ragionamento perché non è così immediato, almeno all’inizio.

Come ho spiegato nel paragrafo precedente, ogni sistema complesso ha uno scopo, una funzione o un obiettivo.

Ciò significa che anche noi come esseri umani, ed ogni individuo all’interno della nostra specie, ha un obiettivo, uno scopo o una funzione.

E il nostro scopo, nella nostra vita, è proprio quello di realizzare quella visione che abbiamo del mondo.

Di come dovrebbe essere fatto per noi il mondo.

Questa visione non è fatta soltanto di immagini, ma è complessa, contiene valori, contiene emozioni, contiene interconnessioni e relazioni.

È una sorta di mappa o libretto di istruzioni, dove al suo interno ci sono raccolte tutte le informazioni necessarie per costruirla.

Quella visione in biologia si chiama biodiversità.

La biodiversità non è solo ciò che ci dice la sua definizione accademica.

Ma è molto di più.

È la varietà di soluzioni che la natura utilizza non solo per sopravvivere ma anche per evolvere ed auto-organizzare il sistema.

Un sistema con più biodiversità è più resiliente perché ha più soluzioni, più mondi alternativi (e potenzialmente realizzabili) da poter testare e costruire.

Più biodiversità = più resilienza.

Più visioni = più possibilità di sopravvivere e innovare.

Il problema allora Lorenzo qual è?

E me lo chiedi?

È il capitalismo.

Non tanto per il suo obiettivo di produzione del profitto, ma del fatto che nel suo perseguimento ha standardizzato qualsiasi alternativa possibile.

Ha creato ed educato persone nel raggiungimento di quell’obiettivo, e quello soltanto.

Le ha rese efficienti, le ha standardizzate per arrivare il prima possibile a quello scopo: il profitto.

Non importa se questo ha causato e causa continuamente collassi economici, problemi sociali e psicologici nelle persone, sfruttamento incontrollato delle risorse e colonialismo verso i popoli possessori di quelle materie prime (come i paesi del terzo mondo).

Quindi le aziende con cui noi oggi ci relazioniamo, anche la quasi totalità di quelle che hanno mille certificazioni di sostenibilità, hanno come obiettivo primario il profitto.

Ed avendo come obiettivo il profitto, la sostenibilità diventa soltanto un limite al raggiungimento di quell’obiettivo.

A meno che, il mostrare la sostenibilità stessa, non diventa fonte di guadagno.

Ed eccoci arrivati finalmente alla nostra tanto amata Green economy.

Un’altra faccia del capitalismo che tenta di sopravvivere a questo cambiamento.

Se vuoi approfondire ti propongo questo articolo dove parlo del lato oscuro delle certificazioni di sostenibilità: CSRD e obiettivi ESG: quando la sostenibilità è solo una metrica.

Non credete a quello che vi dico?

Provate a chiedere loro se intendono crescere all’infinito o hanno posto dei limiti alla loro crescita.

Guardate le automobili che comprano i loro amministratori delegati.

Guardate come trattano i lavoratori di un territorio e i contratti che fanno loro.

Basta poco a volte per vedere una “persona” davvero gentile e umile, da una che lo fa solo per vendere ;-)

Il business come organismo vivente: solo se cambia scopo.

E allora torniamo alla domanda iniziale.

Può un’azienda essere un organismo vivente?

La risposta è: sì, ma solo se cambia scopo.

Non basta scriverlo su una brochure.

Non basta parlare di “interconnessione”, “bene comune” o “valori condivisi”.

Non basta nemmeno certificarsi BCorp o dichiararsi società benefit.

Un sistema vivente, se davvero tale, non nasce per vendere.

Nasce per costruire una sua visione del mondo.

Nasce per far parte di una rete decentralizzata di sistemi complessi, portando la propria visione e diversità all’intero sistema.

Nasce per contribuire alla biodiversità, non per razionalizzarla.

Nasce per generare significato, non per massimizzare dividendi.

E se un’impresa nasce per il profitto, può anche raccontarsi in mille modi diversi.

Può usare parole come “sostenibilità”, “marketing valoriale”, “valore condiviso”.

Ma resta, strutturalmente, un meccanismo di estrazione.

Perché non puoi cambiare il DNA di un sistema semplicemente cambiandogli le parole.

Non puoi trasformare un predatore in un organismo simbiotico solo mettendogli una foglia in bocca.

Se vuoi davvero costruire un business come un organismo vivente, devi accettare una trasformazione profonda.

Devi cambiare la funzione per cui esisti.

Devi essere disposto a rinunciare a ciò che ti ha fatto crescere per cominciare a generare vita intorno a te.

E qui arriva la parte più scomoda.

Questo non lo può fare chiunque.

Questo lo può fare solo chi ha dentro di sé un sentire radicato in quei valori.

Perché i valori non si insegnano.

Non si imparano in un corso.

Non si installano come un software.

O ce li hai, o non ce li hai.

Salvo qualche rara eccezione, le persone non cambiano perché glielo dici.

Cambiano solo quando sono pronte a perdere tutto ciò che pensavano di essere.

E questa disponibilità non si compra.

Non si allena.

O ce l’hai.

O lavori per chi non ce l’ha.

Ecco perché nel sistema attuale è quasi impossibile attuare un cambiamento se non partendo dal modo in cui vediamo la realtà.

Dal modo in cui vediamo e percepiamo il sistema economico e sociale.

Non è detto che debba restare così per sempre.

Anzi, qualcosa già si muove.

E se sei arrivato fino a qui, probabilmente in cuor tuo, fai già parte di questo movimento.

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